Note sugli orefici di Clusone

In una conferenza tenutasi a Bergamo il 10 maggio 1907, dopo aver notato come una schiera grandissima di orefici scesero a Bergamo  dalla Valle Seriana, il Baradello nel suo Almanacco scrive : “Uno dei membri del paratico degli orefici in Bergamo nel 1554 era un Gerolamo da Clusone, non a caso nominato fra i primi. Già sino dal 1350 lo statuto cittadino, descrivendo la vicinia di San Cassiano, nomina un Magister Laurentius del Clusone. Nel libro faber (orefice) censito di nuovo negli anni 1430 e 1461. Nel 1497 troviamo un suo figliolo detto Magister Mafiolus q.m Magister Gherardi di Clusone orefice che nel 1505 il Mozzo chiama Mafiolus fecit, q.m Girardi de Arnulfis de Clusone aurifex. Nel 1506 si firmava come teste al testamento di Petersolo Balarnia (?). Magister Gerardi de Clusone aurifex e in altro luogo de Alemanio aurifex .Dalla correlazione di questi documenti si può quindi ritenere per certa la corrispondenza del casato degli Alimanio con quella degli Arnolfi da Clusone. Nel 1512 Mafiolo è ancora censito e nello stesso anno troviamo anche un suo figliolo. E di fatti il 19 dicembre 1529 fa testamento col notaio Marsilio Zanchi, un Magister Vincentius q.m Magister Mafioli Arnulfis de Clusone aurifez istituendo eredi i suoi due figlioli Gerolamo e Ludovico, assegnando al primo la bottega sul Mercato delle Scarpe a Bergamo, con tutti gli utensili di orefice in essa esistenti e con tutto il materiale il materiale lavorato e da lavorarsi ed al secondo parte di una casa sul monte stesso. Ludovico era minorenne e nel testamento gli fu creato tutore il suo avuncolo Cristofaro de Salvaneis. Ora il Girolamo de Clusone membro del paratico degli orefici nel 1554 è certamente questo Gerolamo Arnolfi e il Ludovico delle Croci, indicato nello stesso atto è suo fratello. Di questi artisti non trovai finora opera alcuna in provincia, ma ricordo la bellissima croce processionale di Cividate Camuno con la firma ” Gerolamo delle Croci” e la data 1518. Ammesso che il concetto dell’insegna delle Croci sia naturalissima in questo genere d’arte in modo da spiegarsi come la stessa insegna l’avessero i Terzi e gli Arnolfi, ammesso che anche in Brescia abbia potuto trovarsi benissimo un’oficina di oreficerie colla stessa insegna, non è però provato se la croce di Cividate sia opera di un Girolamo bresciano, piuttosto che bergamasco, molto più che questo nome in Brescia non è conosciuto che la firma apposta a questo magnifico lavoro tanto che Michele Cassi (?) parlando di questo gioiello, ebbe ad esclamare :” Di questo esimio artista probabilmente non si conoscerà mai il vero nome” A Castel Arquato nel piacentino trovasi una bella croce del nostro Zinconi da Cene; perchè non se ne potrebbe trovare una a Cividate nella vicina Valle Camonica ?”. Ora i nomi di tanti orafi dimostrano le loro capacità  e la presenza di botteghe  attive nella Bergamasca. Purtroppo, come sempre accade in questi casi ,non esiste più alcun argento citato nelle fonti che quasi certamente è andato disperso.

Anna Maria Pedrocchi