Le fonti d’archivio della chiesa delle SS. Stimmate di San Francesco a Roma menzionano uno stendardo processionale, realizzato per l’Anno Santo del 1750 dal frate fiorentino Ignazio Hugford (1703-1778) per la Confraternita delle SS. Stimmate di Firenze. Pagato 180 scudi e portato a Roma in dono, il pregevole manufatto è citato nella Relazione istorica scritta da Tommaso Tabolacci e da Nicola Cesanelli, nella quale è descritto come “(…) un nobile stendardo ad una asta di due distinte tele unite insieme rappresentanti da una parte S. Francesco in atto di ricevere le Sagre Stimmate, e dall’altro lo stesso Santo in atto di ricevere dalla B.ma Vergine il SS.mo Bambino Gesù, opera del Fr. Ignazio Ugford, Pittore Fiorentino rinomato (…)” (cfr. A.M. Pedrocchi in Chiesa delle SS. Stimmate di Francesco D’Assisi in Roma 1982, Appendice p. 125). L’opera reca in basso a destra la firma dell’artista, giunto a Roma nel 1748 e poi di nuovo nel 1765.
Figlio di un orologiaio inglese, Hugford si formò nella bottega di Anton Domenico Gabbiani, pittore ufficiale di Corte. Ignazio fu attivo soprattutto in Toscana e si distinse come pittore e restauratore. Nel 1745 realizzò un gruppo di opere, tra cui le 14 tele per il coro dell’Abbazia di Vallombrosa, grazie alla presenza nell’Abbazia del fratello Ferdinando, monaco e artista a cui è riferibile il Miracolo della testa rediviva per la chiesa di San Francesco a Firenze, considerato uno dei migliori esempi della pittura fiorentina del Settecento.
Lo stendardo processionale, esaminato in questa sede, era stato da me rinvenuto durante una campagna di catalogazione nel 1980, a cura della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Roma, e pubblicato dalla scrivente nel 1982. All’epoca si trovava appeso al soffitto del presbiterio della chiesa delle SS. Stimmate di San Francesco e, sebbene integro in ogni sua parte, mostrava uno stato di conservazione molto precario: la grande tela (400×255 cm) era molto allentata e totalmente ricoperta di polvere grassa. Nello stesso periodo era uscita la guida della chiesa, curata per la parte artistica da C. Strinati, D. Baldini e dalla sottoscritta, autrice anche della scheda dello stendardo (Chiesa delle SS. Stimmate di San Francesco d’Assisi 1982, pp.117-126). Il manufatto riveste particolare importanza perché allo stato attuale delle ricerche risulta essere l’unica opera nota dell’artista a Roma. La parte centrale è formata da due tele incollate tra loro che, dopo il restauro del 1985 eseguito da Antonio Rava, sono state tese su un leggero telaio ligneo. In quell’occasione fu eliminata la cornice in tela con gli stemmi francescani, del papa regnante Benedetto XIV, del cardinal Joaquín Fernández Portocarrero – porporato spagnolo noto tra l’altro come protettore di scrittori, scienziati e artisti, e di cui si conserva in sacrestia il ritratto a mezzo busto realizzato con buona probabilità da Antoine Favray – e del Senato Romano. La presenza delle armi su entrambe le facce documenta l’importanza storico-artistica dell’opera che riveste un raro interesse artistico sia per l’intrinseca qualità, sia per i temi iconografici. In particolare riflette il gusto e l’orientamento estetico dell’epoca, volto ad un trattamento “patetico” dei soggetti, per cui la tradizionale raffigurazione delle Stimmate è qui arricchita dalla presenza delle immagini angeliche che danno all’evento un aspetto di particolare soavità. Voglio infine mettere ancora in evidenza la personalità artistica del pittore, grande conoscitore, collezionista, mercante d’arte, restauratore ed editore. Dal suo maestro Gabbiani assimilò un raffinato stile classicheggiante che culminò, proprio intorno alla metà del XVIII secolo, in una serie di opere di cui lo stendardo è fra gli esempi più probanti. L’opera ebbe all’epoca grande successo nell’ambito della cultura artistica romana particolarmente influenzata dalle declinazioni dello stile di Francesco Trevisani e di Benedetto Luti, a cui il pittore fiorentino si accostò. La grande stima di cui Ignazio Hugford godette è testimoniata inoltre da un grazioso ritratto che gli fece il giovane scultore bergamasco Donato Andrea Fantoni che incontrò Hugford a Firenze l’8 marzo 1770: “(…) Accompagnato di poi un amico fui a trovare il celebre pittore inglese Mons. Ignazio Hugford, quale talmente è caggionevole di salute, che poco move ed articola bracia e gambe: doppia malattia in uno che tanto piacere aveva nel dipingere non potersi nemmeno in quello più esercitare. E’ di un carattere d’omo il più amabile, che colma tutti di buoni tratti d’amicizia. (…) Volle forzarsi a scrivermi egli stesso il suo nome sopra un foglio, acciò mi dirigessi a lui occorrendomi qualche cosa. L’età sua di 60 anni viene dalla sanità di viscere che gode sminuita Mille saluti mi ordino di portare al pittore Zuccarelli, il padre suo grande amico, Angelo che è il figlio da questo inglese tenuto come proprio in sua casa per sette anni (…). L’atrio, le scale, gallerie, camere e quanto si può vedere d’altro sono guarnite che di quadri, bassirilievi, stampe, d’antichità frammenti, robbe insomma di valore, perchè assai buone. Il tutto mantenuto con bizzarro ordine e polizia” (cfr. A.M. Pedrocchi in Chiesa delle SS. Stimmate di Francesco D’Assisi in Roma 1982, pp. 122-123).
Attualmente lo stendardo, privo della cornice, è conservato in un ambiente del convento.
Anna Maria Pedrocchi
Bibliografia:
Chiesa delle SS. Stimmate di Francesco D’Assisi in Roma, guida storico-artistica, parte I a cura del P. Enrico B. Angeloni, parte II a cura di D. Baldini, A.M. Pedrocchi, C. Strinati, Roma 1982.
A. Serafini, Hugford, Ignazio Enrico, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 61, Roma 2004 (consultabile online)